Da Samuel Eto'o a Javier Zanetti, da Walter Samuel a Lucio, passando per il viceallenatore Giuseppe Baresi e il direttore sportivo Piero Ausilio. Nel corso dell'intera stagione, "Prima Serata", l'appuntamento serale esclusivo di Inter Channel, ha fatto conoscere i protagonisti, dentro e fuori dal campo, del mondo nerazzurro, attraverso le tantissime domande inviate in redazione dai tifosi.
Per l'ultima puntata del format che, settimana dopo settimana, ci ha raccontato progetti, speranze e sogni dei nerazzurri, "Prima Serata" conclude con una puntata d'eccezione, con chi questo sogno lo ha creato: il presidente Massimo Moratti.
Francesco da Pavia chiede a Moratti chi ha le probabilità più alte di vestire la maglia nerazzurra tra Alexis Sanchez, Javier Pastore e Daniele De Rossi.
"Difficile fare una percentuale nel momento nel quale si sta cercando di capire se vendono, come vendono, a che prezzo vendono e quanto vogliono guadagnare o come si riesce a fare cerrti scambi. Pero, diciamo che quello con il quale stiamo parlando, non so con che percentuale poi di successo, è certamente Sanchez perchè è tanto tempo che se ne parla, perchè è un giocatore che ha molte qualità e poi perchè abbiamo intavolato un certo tipo di discorso con l'Udinese. Diciamo, un 60%, non che venga, ma tra gli altri gli diamo un po' di possibilità. De Rossi a mio parere non è affatto una cattiva idea, ma non credo che l'Inter abbia iniziato nessun tipo di trattativa con la Roma anche perchè il club si sta riorganizzando come società, leggevo che c'era ancora un rimando di un mese. Non credo ci siano contatti tali da poter studiare che cosa si possa fare, poi il giocatore è legato al suo club e soprattutto a Roma, ma anch'io lo considero un giocatore di grande qualità e di carattere, quindi non gli farebbe male fare un'esperienza...(ndr.:sorride). Pastore sappiamo tutti che è bravissimo, ha fatto bene anche con noi nella finale, ma non credo sia trattabile".
Quanto conta la volontà del presidente di un club rispetto alla fattibilità di un affare nel calciomercato?
"Mette in condizione chi deve andar a trattare di sentirsi più forte, protetto, appoggiato, spinto dal presidente. A volte si ha anche paura di farlo arrabbiare perchè non si è riuscito a chiudere un affare e questo può essere una motivazione in più. Del resto tutto si fa con i soldi purtroppo, ma anche con l'abilità di sapere scambiare e di saper trovare qualche cosa di buono per l'altra squadra che equivalga alla cifra che ti possa chiedere, quindi poi tutto dipende dai soldi e il presidente vale per il fatto che dica si o no e che faccia il sacrificio".
Paolo da Trento le chiede un giudizio sulla stagione e il nome, se c'è stato, di un giocatore che ha fatto la differenza.
"L'ultima è una domanda difficile, ma credo che gli altri possano non offendersi se dico Samuel Eto'o. Ha avuto un rendimento talmente alto che sarebbe come togliere Messi dal Barcellona, che forse senza di lui non avrebbe raggiunto i traguardi che ha raggiunto. Noi interisti, mi metto anche io tra i tifosi, non siamo mai contenti perchè c'è di mezzo la rivalità con gli altri e perchè vorremmo essere felici sempre. Però, di per sé, la stagione è andata bene, considerando tutto quello che è accaduto all'inizio, dopo una partenza in fin dei conti non fortunata e che è durata parecchi mesi. Ad esempio, prendiamo novembre, l'ho rivisto l'altro giorno in uno nei vostri servizi, mi sembra sia stato un periodo spaventoso, ci ha ammazzato. Fortunatamente, c'è stato il campionato del Mondo che ci ha ridato forza e, soprattutto, l'arrivo di Leonardo che ha alleggerito l'ambiente da un punto di vista mentale da tutti quelli che potevano essere i complessi che ci stavamo creando. Questo è servito molto per disputare un successivo semestre sottimo, sfortunatamente abbiamo avuto 7 o 8 giorni negativi e bisogna studiare il perchè e come si è arrivati a quel punto. Forse perchè eravamo tutti fin troppo convinti che fosse abbastanza normale, non facile, ma normale essendo abituati a vincere il campionato, essere lì e avere agguantato l'avversario. Invece la sconfitta con il Milan ci ha rimesso in una condizione antipatica, ma è stato ancora bravo Leonardo, pur avendo avuto l'intervallo della coppa dei campioni, a riprendersi e bravissimi i giocatori a fare altrettanto perchè, molte volte, una squadra piena di allori magari non trova più le motivazioni per fare un buon finale di campionato. Noi, invece, l'abbiamo concluso con molto orgoglio, molto bene, con un partita vincente seguita tutti, anche all'estero, perchè lì nessuno molla il calcio, sono come noi, quindi questo trovo che sia stata un'ottima cosa. Direi che l'anno, di per sé, è un anno da 7, quindi un ottimo anno".
Durante la finale contro il Palermo, allo stadio "Olimpico" c'era un'atmosfera particolare, veramente di grande prestigio.
"Era l'atmosfera di una finale in campo neutro, in un bel campo neutro come può essere quello di Roma, come può essere Wembley o come può essere a Parigi o come era a Madrid, spettacolare. Così come a Madrid non c'era violenza, così non c'è stata a Roma o a Londra nella finale di Champions League".
Con il fair play finanziario quanto è importante scovare giovani talenti per inserirli in un gruppo di grandi campioni?
"Dobbiamo avere la forza di mantenere questo obiettivo anche perchè il nostro tipo di squadra deve essere impostato su quel punto di vista: avere dei giovani pronti a sostituire questi campionissimi. Per questo motivo, bisogna trovarne di tantissima qualità, vedere che siano poi all'altezza, perchè non è facile visto che i nostri hanno particolare valore. È questa l'impostazione da seguire, che non credo sia soltanto economica, ma anche sportiva perchè credo che sia necessario fare così. Se riusciamo a farlo mettendoci anche in condizione di non avere grossi sacrifici economici nell'insieme e arrivare puntuali al momento del fair play finanziario, questo sarebbe una bellissima cosa".
Paola da Livorno chiede al presidente il nome del giocatore nerazzurro più simpatico?
"Non posso non dire Nagatomo, che in questo momento è diventato la mascotte della squadra. Nonostante i problemi che avuto in Giappone è un ragazzo così intelligente che è riuscito comunque a mantenere questa sua allegria all'interno del gruppo. È un ragazzo intelligente e simpaticissimo e quando si è simpatici è involontaria la cosa, si è simpatici, punto. Poi, non si tratta di una riserva che fa allegria, ma di un bel giocatore"
Il più "pazzo"?
"Detto assolutamente come complimento, dico Maicon'.
Il giocatore più permaloso?
"Non saprei, anche perchè si offendono se faccio un nome in particolare (ndr.:sorride)".
Massimo da Trapani chiede al presidente quale centravanti, nella storia dell'Inter, potrebbe essere paragonato a livello di importanza e qualità a Samuel Eto'o.
"A livello di stile è difficile perchè ogni centravanti ha il suo e quello di Eto'o è particolare. Se parliamo di importanza posso dire che per noi, malgrado adesso sia nel Milan, ci è servito molto Ibrahimovic perchè ci ha fatto vincere tre campionati quindi è stato un grande attaccante. Andando ancora più indietro, al di là di Altobelli, che credo sia stato un centravanti valido e italiano, è stato Angelillo, che ha il record delle reti segnate in una stagione in campionato, era formidabile, una cosa fuori dal normale. La Grande Inter del mio papà non aveva grandi centravanti, cioè Mazzola ad esempio non era un centravanti, ma una mezz'ala di punta, definizione che io continuo ancora a usare".
Marcello da Pescara chiede quali siano le doti per essere un grande presidente?
"(ndr.:sorride) Sinceramente non le conosco, altrimenti sarei bravissimo".
Si aspettava, dopo una stagione come quella passata, di poter vivere ancora un anno di vittorie?
"Lo speri, ma mi faceva al tempo stesso paura quello che poi è successo, cioè sentirsi destinati comunque a vincere, pensare che sia normale. Ne perdi anche il sapore della vittoria. Quest'anno abbiamo imparato che per vincere il campionato bisogna essere concentrati sempre, anche in una partita che ti sembra facilmente superabile e questo può servire come motivazione per il prossimo anno. Per il resto sono molto contento: la gioia della finale di Coppa Italia, che non è né campionato né Champion League, condivisa con il pubblico ha avuto un risvolto di gioia da parte dei giocatori, ha avuto un significato importante, quello di una squadra che è assolutamente sempre a quel livello e che sa godere a pieno delle proprie vittorie.
Questo è una fortissima motivazione per il prossimo anno, anche se con questo non voglio dire che l'anno scorso non abbiamo gioito delle vittorie però ognuna aveva un tempo breve perchè poi avevamo da giocare il campionato e poi c'era la finale Champions League. Quest'anno, invece, alla fine siamo stati obbligati a dedicarci sulla Coppa Italia, ma questo poi ci ha dato una grandissima soddisfazione".
Leonardo è stato un grande giocatore, poi un grande dirigente, un grande uomo squadra, un grande comunicatore e attualmente è un grande allenatore. Moratti crede nell'essere poliedrici, nel fatto che quando uno è bravo possa fare tante cose ottenendo gli stessi risultati?
"Sì, ma credo che poi ci si debba applicare in una delle cose. Se fai l'allenatore, avendo avuto la fortuna di aver imparato per tua capacità e volontà altre cose che potresti fare, devi fare l'allenatore; se fai il direttore generale devi fare il direttore generale. Leonardo, per conto mio, ha le qualità per essere un ottimo direttore generale perchè è una persona che sa vedere nell'insieme le cose, ma ha saputo con sacrificio ed entusiasmo mettersi nelle condizioni per essere un buon allenatore, ottimo per il risultati. Adesso deve proprio concentrarsi lì perchè è quello che li servirà per poi migliorarsi".
La scelta di Leonardo è stata coraggiosa. Moratti si sente ardito nelle scelte che compie?
"Chi fa scelte che poi vengono viste ardite, da chi è nell'ambiente vengono viste scelte fatte con una propria logica. È vero, anche in altri campi, sono visto come qualcuno che fa o vuol fare delle scelte che sembrerebbero fuori dal mazzo, ma in realtà è perchè quel tipo di scelta nella tua logica la vedi molto più semplice di quella che può essere visto in una logica di continuità. È come ricominciare daccapo una cosa che hai scritto: molte volte quando ci si intestardisce su quello che si sta scrivendo si sbaglia tutto, se si ricomincia si fa una bella cosa. Questa è un po' l'impostazione attraverso la quale si arriva a fare delle cose che possono essere anche sbagliate, ma che non vengono considerate solitamente come, non dico come logiche, ma di buon senso e poi invece alla fine sono le più semplici, le più facili. Poi, tutto dipende anche dalle persone, in questo caso specialmente: la fiducia nei confronti di Leonardo dipendeva e dipende dal suo modo di fare".
In tanti ci hanno scritto dicendo che hanno fatto bene i media a sottolineare la grande presenza di tifosi palermitani nella finale di Coppa Italia, che era per il Palermo una serata unica. Dicono, al tempo stesso, che sono anni che gli interisti vincono tutto e ciò nonostante, sono andati a Roma in massa, quindi onore ai palermitani ma anche ai tifosi nerazzurri.
"Ai nostri faccio un grande ringraziamento, allo stesso tempo dico che i palermitani sono stati simpaticissimi, magari mal interpretati da qualcuno che voleva rappresentarli, ma bravissimi anche prima della partita. Devo dire che gli interisti, che magari potevano avere anche la pancia piena, in realtà sono venuti a Roma con un entusiasmo incredibile e altrettanti, quindi posso capire che la stampa sia stata per forza dalla parte dei tifosi siciliani perchè era una novità e forse venivano più da lontano, ma io devo ringraziare i nostri perchè mi ha fatto impressione non solo la qualità del tifo, ma anche la quantità".
Vedere Massimo Moratti con questo entusiasmo ancora dopo tanti anni per noi è una garanzia, quindi la ringraziamo.
"Lasci stare l'entusiasmo, che è quello che mi frega...(ndr.:sorride)".